Venezia tra misteri e leggende

23 Gennaio 2019

Canali da cui sale una nebbia fitta, luci fioche di lampioni e ombre che si allungano tra le calli.
Tutto rende Venezia misteriosa e scrigno perfetto di segreti e leggende che trovano origine nella notte dei tempi.
Un’aura tanto antica racchiusa in leggende lontane che rendono la nostra città speciale, come le creazioni Salvadori, che proprio da ricordi e racconti prendono ispirazione.

 

Il fantasma dei giardini della biennale
La leggenda racconta che, nel 1921, vicino alla statua di Garibaldi all’interno dei giardini della biennale, apparve un fantasma in camicia rossa che molestava i passanti con strattoni e sgambetti.
Esso venne identificato con Giuseppe Zolli, soldato garibaldino che aveva giurato di essere per sempre fedele, anche dopo la morte, all’Eroe dei due Mondi.
I veneziani decisero allora di mettere dietro alla statua di Garibaldi una guardia del corpo bronzea dalle sembianze dello stesso Zolli. Da quel momento il fantasma non ricomparve più lasciando tranquilli i passanti di questo luogo e mantenendo la sua promessa.

 

Il palazzo maledetto lungo il Canal Grande
A Venezia esiste un palazzo inconfondibile, elegante e maestoso, riccamente decorato da medaglioni di marmo policromo e pietra d’Istria, ma conosciuto da tutti come il “palazzo maledetto”.
Situato quasi alla fine del Canal Grande e costruito per la volontà di Giovanni Dario nel 1479, fin dalla sua costruzione porta con sé un alone di mistero poiché, tutti coloro che hanno acquistato la casa, sono scomparsi in maniera tragica o misteriosa.
Sono state avanzate varie ipotesi su questa casa maledetta: alcuni sostengono che il palazzo sia stato costruito su un cimitero dei templari, mentre altri pensano che Ca’ Dario venga influenzata sfavorevolmente dal talismano che allontana la negatività posto sul portone acqueo del palazzo di fianco.
Verità o superstizione? I Veneziani ci credono e molti di loro si tengono a debita distanza.

 

Il cuore di pietra del sotoportego dei preti
Il sotoportego dei Preti si trova nel sestiere di Castello e custodisce un rosso cuore di pietra incastrato nella volta.
Su di esso esiste una leggenda che racconta di un grande amore e che risale a tempi lontani e misteriosi.
Orio, un pescatore veneziano, catturò nella sua rete una bellissima sirena che si chiamava Melusina. I due si innamorano e la donna rinunciò alla sua natura di pesce per vivere con l’amato. L’unica condizione imposta da Melusina era che, Orio, rimanesse lontano da casa il sabato fino a che non si fossero sposati. Il giovane ubbidisce per qualche settimana ma poi, incuriosito e forse anche geloso, rompe la promessa.
Arrivato a casa, trova un serpente che si rivela essere la stessa Melusina, vittima di un maleficio che può essere rotto solo con l’amore e il matrimonio. Orio decide di sposare la sirena e da lei ha tre figli. Dopo qualche tempo, Melusina viene colta da una grave malattia e muore. Il pescatore, anche se colmo di dolore per la perdita e preoccupato di lasciare soli i bambini, continua a uscire a pesca per poter sostentare la famiglia. Ogni volta che torna a casa, continua comunque a trovare sia i figli che la casa in ordine, ma un giorno, dopo essere rincasato prima dal lavoro, trova una serpe in cucina e terrorizzato la uccide.
Da quel giorno, al suo ritorno dalla pesca, Orio trova sempre la casa in disordine; capisce così che la serpe era il suo amore Melusina, o meglio, la natura animale che era sopravvissuta alla morte e che lui aveva quindi ucciso per sempre.
Il cuore rosso di pietra del sottoportego dei Preti è il ricordo sempre vivo di questo grande amore e della casa dove abitava Orio, il pescatore innamorato della bellissima sirena Melusina.
Leggenda vuole anche che, se due ragazzi innamorati lo sfiorano, il loro amore durerà in eterno.