Le maschere della tradizione veneziana

25 Marzo 2019

Quando si dice Carnevale di Venezia non si può far altro che pensare all’atmosfera di questa festa che inizierà ufficialmente il 16 febbraio fino al 5 marzo, con un calendario ricco di eventi e appuntamenti imperdibili.

Una festa dalle origini antiche rinata nel ‘900
Il Carnevale ha radici molto lontane, già in epoca romana si festeggiavano i Saturnali, giorni in cui tutto era permesso e che sovvertivano la rigida gerarchia sociale.
Il primo documento in cui si cita ufficialmente il Carnevale come festa pubblica è del 1296, ma già dal 1271 si hanno notizie di botteghe artigiane che producevano maschere.
Il carnevale veneziano, dopo aver raggiunto l’apice della notorietà nel Settecento, subì un’inaspettata discesa dovuta al declino della Serenissima.
Nei secoli questa tradizione vive solo nelle isole lagunari e, nel 1979, grazie alle iniziative popolari sostenute dalle istituzioni, il Carnevale di Venezia ritorna ai suoi antichi splendori, facendo riemergere vecchie tradizioni e atmosfere.

Le maschere
Accessori immancabili e indiscusse protagoniste di queste giornate sono le maschere. Anticamente il travestimento costituiva la vera essenza della festa, grazie a esso si poteva celare la propria identità in un periodo dove la spensieratezza, il divertimento e la leggerezza erano gli elementi caratterizzanti.
Le maschere della tradizione veneziana, diverse da quelle della Commedia dell’Arte, sono cinque e hanno resistito all’accavallarsi dei secoli.

  • La Bauta maschera o Larva, è una delle maschere più conosciute e in uso ancora oggi. Estremamente semplice e versatile all’uso, la Bauta, chiamata anche Larva (dal latino “fantasma” o “maschera”), è la semplice maschera bianca che nasconde il viso ma permette di bere e mangiare comodamente.
  • La Bauta costume. La Larva viene spesso indossata insieme a un costume composto anche dal mantello, il tabarro, di colore scuro e un tricorno nero. Questa maschera può essere indossata sia da uomini che donne e, al tempo, era utilizzata anche nei periodi non di Carnevale.
  • La Moretta, era il travestimento preferito dalle donne. Consisteva in una piccola maschera ovale in velluto scuro da indossare con un cappellino e indumenti dalle velature raffinate. La Moretta si caratterizza per essere un travestimento muto: la maschera si portava tenendo in bocca un bottoncino interno e si diffuse subito a Venezia in quanto donava particolarmente ai tratti femminili.
  • Gnaga, è la maschera usata dagli uomini per travestirsi da donna, è costituita da indumenti femminili di uso comune e una maschera con sembianze da gatta.

Anche noi di Salvadori, per celebrare la tradizione di questo periodo, abbiamo realizzato un gioiello che sia emblema del Carnevale.
La nostra spilla Carnevale Veneziano è realizzata in oro bianco con più di due carati di diamanti. In particolare gli occhi, elemento fondamentale e unico di ogni maschera sono realizzati con due splendidi e rari smeraldi, mentre il naso con un pregiato zaffiro giallo.
Un simbolo e un gioiello che uniscono, ancora una volta, i nostri preziosi gioielli alla tradizione della città che ci ha visto nascere.