Madonna della salute: scrigno prezioso di tradizione veneziana

21 Dicembre 2018

Il 21 novembre non è un giorno qualunque per i veneziani, ma un simbolo e un ricordo sempre vivo che trova la sua origine in tempi lontani e bui.

In questa giornata dove le scuole, le università e molti negozi sono chiusi, si celebra una festività che dura da oltre ‘400 anni, ed evoca un sincero sentimento popolare nei confronti della Madonna. Il 21 novembre, nel capoluogo del Veneto, si celebra la festività della Madonna della Salute, patrona di Venezia e a cui è stata dedicata l’omonima chiesa posta in punta della dogana. Questa chiesa è il voto di ringraziamento  da parte di tutto il popolo veneziano per la fine della peste nera che, nel biennio 1630-31, decimò la popolazione cittadina e che anche Manzoni raccontò nei suoi “Promessi Sposi”.

In questi anni  lontani, il doge Nicolò Contarini e il patriarca Giovanni Tiepolo presi dalla disperazione che le morti per l’epidemia stavano portando, organizzarono una processione di preghiera che raccolse tutti i cittadini superstiti. In questa occasione i veneziani fecero voto solenne alla Madonna promettendo di costruire un tempio in suo onore se la città fosse sopravvissuta alla peste. In poche settimane i contagi diminuirono fino a fermarsi completamente, ma lasciando un bilancio di circa 47.000 morti (circa un quarto della popolazione), compresi il doge e il patriarca.

Il governo della Serenissima mantenne il suo voto e fece costruire la maestosa Basilica della Madonna della Salute da Baldassarre Longhena in un sontuoso ma elegante stile barocco.

Oggi, quello che caratterizza questa giornata non è solo il grande valore religioso che si nasconde nelle sue origini, ma anche l’atmosfera che si crea.

A caratterizzare questa giornata, e che la lega anche all’altra festività che racconta la peste veneziana, è il ponte di barche che unisce le rive della zona di San Moisè e S. Maria del Giglio alla Basilica del Longhena, attraversando il Canal Grande.

L’aria di questa giornata di fine novembre non è solo frizzante o umida, ma acquista note dolci e zuccherine, sprigionate dalle bancarelle di dolciumi e frittelle poste lungo tutto la riva ai lati della Basilica della Madonna della Salute.

Tutta la città è in fermento: eventi benefici, musei e feste in campo sono gli elementi immancabili di questa giornata che vedono una Venezia nel pieno dei festeggiamenti per un male che non c’è più.

Il fulcro di questa giornata rimane comunque la Basilica, uno scrigno di infinita bellezza e da sempre ispirazione per artisti e architetti da tutto il mondo. Come un tempio di bellezza, essa è scrigno segreto dei classici e raffinati dipinti di Tintoretto e che, fino al 6 gennaio, saranno i protagonisti della mostra che celebra i 500 anni dell’artista veneziano.

Le ampie vetrate della Basilica, le sue volute e i riccioli che la contraddistinguono sono simbolo di una ricercatezza e bellezza dedicata alla Signora che, per i veneziani, ha fatto terminare la pestilenza che ha ridotto in miseria e disperazione la Serenissima.

Per noi di Salvadori, questa festa, come la Basilica e i suoi preziosi dipinti, sono simbolo imprescindibile del nostro essere veneziani ed essere legati indissolubilmente a una città aperta, accogliente e che ha saputo rialzarsi da un momento così buio e terribile.